I Rivoluzionari del Gambling

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September 18th, 2017
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La storia è una meravigliosa maestra. Ogni volta che sento un predicatore che denuncia il gioco d'azzardo come dissolutezza morale o un peccato oppure vedo un politico in televisione che cerca di impedire alle persone di giocare a poker o di giocare su Internet, mi viene da ridere e dire: 'Che ipocrisia!'.

Tornate indietro nella storia, gente. Scoprirete che i padri fondatori dell'America, quasi all'unanimità, erano dei giocatori d'azzardo che avrebbero scommesso su qualsiasi cosa.

George Washington ha fatto la sua prima scommessa all'età di 16. Ha vinto una scommessa contro sua cognata. Successivamente, nel 1748, Washington ha battuto suo fratello a Loo, un gioco di carte importato dall'Inghilterra.

Mentre Washington ammirava le carte come gioco di fortuna, amava i cavalli, le corse di cavalli ed i combattimenti di galli. Quando stava organizzando il suo esercito rivoluzionario, vide un pregiato stallone arabo di colore grigio di proprietà di un ufficiale di cavalleria.

Ranger, il cavallo, era di proprietà del Sultano del Marocco che l'aveva dato ad un capitano britannico come dono. L'ufficiale lo aveva lasciato sul suolo americano per essere destinato alla riproduzione. Washington acquistò il cavallo e lo incrociò con una cavalla araba, Othello, per generare Magnolio, un purosangue che corse e perse su di una pista da corsa ad Alexandria Il cavallo vincente era di proprietà dell'amico di Washington ed a volte rivale Thomas Jefferson.

Dopo la gara il Padre del nostro Paese limitò le sue perdite vendendo Magnolio al suo amico Henry per diverse migliaia di acri di ottima terra nel Kentucky.

I padri fondatori ed i loro ricchi amici si sono divertiti con le corse ed altri eventi di gambling così da poter mostrare la loro ricchezza e le loro signore.
Le donne indossavano l'ultima moda proveniente da Londra e Parigi, mentre gli uomini bevevano, fumavano sigari e scommettevano sui risultati.

La maggior parte dei cavalli erano cavalcati dai loro servi o schiavi. Un visitatore proveniente dall'Inghilterra aveva notato che i Virginiani erano dipendenti dal "gioco d'azzardo, le corse di cavalli, i combattimenti di galli, le carte ed altre forme di dissipazione".

Durante la metà del 1700, gli uomini avrebbero scommesso su qualsiasi qualcosa dal salto delle rane ai combattimenti di galli e persino sugli orsi che si battono con gli uomini. La vita non era facile nei primi anni della nuova terra chiamata America. Il gioco d'azzardo imitava la vita reale e questo veniva seguito il più possibile.

Uno dei giochi d'azzardo più popolari è stato il combattimento di galli. I proprietari allevavano e addestravano magnifici galli da combattimento che potevano poi portare in un'arena. Circondato da uomini e donne vestite alla moda, il combattimento di galli era diventato lo sport della virilità maschile, dove le scommesse erano alte ed il liquore scorreva liberamente.

Il combattimento di galli era diventato così popolare che il presidente del William e Mary College ritenne necessario vietare agli studenti di partecipare a questo sport.
Questo accadde nel 1772 quando Washington aveva 20 anni.

Dopo che Washington venne messo a capo dell'esercito rivoluzionario emise un ordine che vietava ai suoi soldati ed ufficiali di giocare alle carte oppure ad altri giochi d'azzardo, temendo che questo avrebbe influito sul loro morale. Il suo ordine ebbe poco effetto sugli uomini che amavano giocare quando non erano impegnati in uno scontro a fuoco con le giubbe rosse inglesi.

Durante la Valley Forge un soldato annotò sul suo diario che gli uomini scommettevano per delle ghiande, per poter riempire i loro stomaci vuoti.

Wily Ben Franklin venne incaricato di finanziare la guerra e pagò i cannoni dell'esercito continentale tenendo una lotteria. E quando Washington stava preparando il suo esercito per attraversare il fiume Delaware, scrisse 'Victory or Death' su di un foglio di carta, secondo Philip G. Smucker, un giornalista e professore universitario che effettuò delle ricerche e scrisse un libro dal titolo 'Riding With George'.

Dopo la fine della guerra e dopo che l'America divenne una nazione indipendente, Washington continuò con le sue attività di gioco, anche se in misura minore. Cercò di dissuadere un nipote dal gioco d'azzardo nel 1783 quando gli scrisse che un giocatore di successo spesso spinge troppo la sua buona fortuna fino a quando non gli si ritorce contro.

Washington non era un grande giocatore, ma amava l'azione - un amore che continua a dominare il popolo della nazione che ha contribuito a fondare più di 250 anni fa.

“mentre Washington ammirava le carte come gioco di fortuna, amava i cavalli, le corse di cavalli ed i combattimenti di galli”

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