(October 13, 2010) Federal banking regulators this month cracked down on MetaBank, a major prepaid card issuer, an action that threw into question the pending initial public offering of prepaid card program manager NetSpend Corp.
Austin, Texas-based NetSpend is scheduled to price its long-planned IPO on Thursday, according to reports on the financial wires. But its close ties to MetaBank triggered rounds of speculation about whether the IPO will actually happen. A NetSpend spokesperson says he can’t comment.
On Tuesday, MetaBank’s parent company, Storm Lake, Iowa-based Meta Financial Group Inc., reported to the Securities and Exchange Commission that the Office of Thrift Supervision had taken enforcement actions against MetaBank. The OTS banned MetaBank from issuing any new loans under its iAdvance product as of Wednesday, and it also placed controls on its business of issuing loans in advance of customers’ receipt of tax refunds, so-called tax-refund anticipation loans.
“The OTS advised us on Oct. 6 that it has determined that the bank engaged in unfair or deceptive acts or practices in violation of [the Federal Trade Commission Act and OTS advertising regulations] in connection with the bank’s operation of the iAdvance program and required the bank to discontinue all iAdvance line-of-credit origination activity by Oct. 13, 2010,” Meta Financial’s filing says. The filing does not give details about what the OTS found at fault with iAdvance, which is a short-term loan product that MetaBank calls a “microloan” though some news reports call it a payday loan. MetaBank offers the service to NetSpend and other clients for whom it issues prepaid cards. The number of such loans and their total receivables were not immediately available. An OTS spokesperson refused to comment, and a Meta spokesperson referred a Digital Transactions News call to an executive who did not respond by late Wednesday.
The filing also says that due to Meta’s third-party relationship risk, other risks, and its rapid growth—growth the filing attributed to the expansion to its Meta Payment Systems processing division—the OTS was requiring it to get approval from its regional director before it could engage in various business activities. The company needs an OTS okay before it can enter into new third-party relationships, originate new tax-refund loans, or even offer income-tax transfers during the 2011 tax season.
In any event, Meta Financial said the discontinuance of iAdvance and the potential discontinuance of tax-related programs now subject to OTS approval would “eliminate a substantial portion” of Meta Payment Systems’ gross profit. Meta’s shares closed down 33% on Wednesday.
The possible problem for NetSpend is that it is so closely intertwined with MetaBank. NetSpend manages 2 million active prepaid cards, and MetaBank issues 71% of them, according to a filing the company made to the SEC last week in advance of the IPO. NetSpend holds 4.9% of Meta Financial’s equity, an action the program manager took “in order to further align our strategic interests with MetaBank,” NetSpend’s filing says.
Prepaid card researcher Tim Sloane of Mercator Advisory Group Inc. says he doubts iAdvance alone was a material part of Meta’s business, but he notes that only Meta and the OTS have the full details. “It might be the OTS is wrestling with how to manage prepaid in sponsoring banks, and in figuring that out, they’ve put these restrictions in place,” he says.
Investment bank Morgan Stanley issued a report Wednesday saying Meta’s woes amount to an endorsement of the strategy of NetSpend rival Green Dot Corp., which is in the processing of buying a bank. “Better to be in control of your own destiny,” Morgan Stanley said.
NetSpend plans to sell 2.27 million shares at $10 to $12 apiece, which would generate $22.7 million to $27.2 million before underwriting expenses. NetSpend’s current owners plan to sell 16.3 million shares.
(13 ottobre 2010) Le autorità bancarie federali questo mese hanno represso MetaBank, uno dei principali emittenti di carte prepagate, un'azione che ha messo in discussione l'offerta pubblica iniziale in sospeso del gestore del programma di carte prepagate NetSpend Corp.
Secondo i rapporti finanziari, NetSpend, con sede ad Austin, in Texas, prezzerà la sua IPO pianificata da tempo giovedì. Ma i suoi stretti legami con MetaBank hanno innescato cicli di speculazioni sulla possibilità che l’IPO possa effettivamente avvenire. Un portavoce di NetSpend dice di non poter commentare.
Martedì, la società madre di MetaBank, Storm Lake, Meta Financial Group Inc. con sede in Iowa, ha riferito alla Securities and Exchange Commission che l'Office of Thrift Supervision aveva intrapreso azioni coercitive contro MetaBank. L'OTS ha vietato a MetaBank di emettere nuovi prestiti con il suo prodotto iAdvance a partire da mercoledì e ha anche posto controlli sulla sua attività di emissione di prestiti prima che i clienti ricevano i rimborsi fiscali, i cosiddetti prestiti anticipati di rimborso fiscale.
"L'OTS ci ha informato il 6 ottobre di aver stabilito che la banca si è impegnata in atti o pratiche sleali o ingannevoli in violazione [del Federal Trade Commission Act e delle normative pubblicitarie di OTS] in relazione all'operazione della banca del programma iAdvance e ha richiesto la banca interromperà tutte le attività di creazione di linee di credito di iAdvance entro il 13 ottobre 2010", afferma il documento di Meta Financial. Il documento non fornisce dettagli su ciò che l'OTS ha ritenuto colpevole di iAdvance, che è un prodotto di prestito a breve termine che MetaBank chiama "microprestito" anche se alcune notizie lo chiamano prestito con anticipo sullo stipendio. MetaBank offre il servizio a NetSpend e ad altri clienti per i quali emette carte prepagate. Il numero di tali prestiti e il loro totale crediti non erano immediatamente disponibili. Un portavoce di OTS si è rifiutato di commentare e un portavoce di Meta ha indirizzato una chiamata di Digital Transactions News a un dirigente che non ha risposto entro mercoledì sera.
La dichiarazione afferma inoltre che a causa del rischio di relazione con terze parti di Meta, di altri rischi e della sua rapida crescita - crescita attribuita alla espansione della sua divisione di elaborazione Meta Payment Systems - l'OTS gli aveva richiesto di ottenere l'approvazione dal suo direttore regionale prima potrebbe impegnarsi in varie attività commerciali. L'azienda ha bisogno dell'ok dell'OTS prima di poter avviare nuovi rapporti con terzi, concedere nuovi prestiti con rimborso fiscale o persino offrire trasferimenti di imposte sul reddito durante la stagione fiscale 2011.
In ogni caso, Meta Financial ha affermato che la cessazione di iAdvance e la potenziale cessazione dei programmi fiscali ora soggetti all'approvazione di OTS “eliminerebbero una parte sostanziale” dell'utile lordo di Meta Payment Systems. Mercoledì le azioni di Meta hanno chiuso in ribasso del 33%.
Il possibile problema per NetSpend è che è strettamente intrecciato con MetaBank. NetSpend gestisce 2 milioni di carte prepagate attive e MetaBank ne emette il 71%, secondo un documento presentato dalla società alla SEC la scorsa settimana prima dell'IPO. NetSpend detiene il 4,9% del capitale di Meta Financial, un'azione intrapresa dal gestore del programma "al fine di allineare ulteriormente i nostri interessi strategici con MetaBank", afferma il documento di NetSpend.
Il ricercatore di carte prepagate Tim Sloane di Mercator Advisory Group Inc. dice di dubitare che iAdvance da solo fosse una parte materiale dell'attività di Meta, ma nota che solo Meta e OTS conoscono tutti i dettagli. "Potrebbe darsi che l'OTS stia lottando su come gestire i prepagati nelle banche sponsor e, per capirlo, hanno messo in atto queste restrizioni", dice.
Mercoledì la banca d'investimento Morgan Stanley ha pubblicato un rapporto affermando che i problemi di Meta equivalgono a un'approvazione della strategia del rivale di NetSpend Green Dot Corp., che è in procinto di acquistare una banca. “Meglio avere il controllo del proprio destino”, ha detto Morgan Stanley.
NetSpend prevede di vendere 2,27 milioni di azioni a un prezzo compreso tra 10 e 12 dollari l'una, il che genererebbe tra 22,7 e 27,2 milioni di dollari prima delle spese di sottoscrizione. Gli attuali proprietari di NetSpend prevedono di vendere 16,3 milioni di azioni.
Traduzione 
